Episodes

  • Ep. 04 | Pino Pinelli senza giustizia: la sconfitta dello Stato
    Jan 20 2021
    Pino Pinelli è morto il 15 dicembre del 1969 precipitando dalla finestra della Questura di Milano e la verità non è stata mai accertata in sede giudiziaria. E tanti, troppi anni, ci sono voluti prima che le istituzioni restituissero la dignità a un uomo innocente, sottraendolo all’oblio. Nella seconda puntata dedicata alla sua storia, Sabrina Pisu ne parla con Claudia Pinelli, una delle sue due figlie, il professore Carlo Smuraglia, avvocato di parte civile, il giornalista Corrado Stajano, che è stato tra i primi, insieme a Camilla Cederna, ad accorrere in Questura quando si diffuse la notizia della sua morte, e l’avvocato penalista Gabriele Fuga. Ospite anche il grande attore Massimo Popolizio che legge la poesia incisa sulla tomba di Pino Pinelli, tratta dal suo libro più amato «L'Antologia di Spoon River» del poeta americano Edgar Lee Masters.
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    33 mins
  • Ep. 03 | Pino Pinelli: «Una piccola storia nella Storia»
    Dec 15 2020
    Il 15 dicembre del 1969 il ferroviere anarchico Giuseppe Pinelli precipitò, in circostanze mai chiarite dalla magistratura, dalla finestra del quarto piano della Questura di Milano, nel corso di un interrogatorio costellato di accuse false per la strage di Piazza Fontana. «Non è stato un suicidio né un omicidio, è morto per un malore»: concluse nel 1975 il giudice Gerardo D’Ambrosio. Pino Pinelli, diciottesima vittima della prima strage nera, è rimasto senza verità e giustizia. Il caso viene raccontato da Sabrina Pisu in due puntate: in questa prima ci sono le testimonianze di Arianna Ruota, la giovane nipote di Pinelli (esclusiva), Claudia Pinelli, una delle due figlie di Pinelli e il professor Carlo Smuraglia, avvocato di parte civile.
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    44 mins
  • Ep. 02 | Il processo su Piazza Fontana: strage di verità
    Feb 21 2020
    di Sabrina Pisu

    Trentasei anni di indagini, sette processi e zero condanne definitive per strage: nessuna giustizia per le vittime di Piazza Fontana. I responsabili sono stati individuati ma non condannati tra depistaggi, silenzi, complicità e connivenze di Stato. Perché e chi ha fatto sì che i colpevoli restassero impuniti? Sabrina Pisu racconta l’odissea giudiziaria e gli obiettivi politici delle bombe del 12 dicembre del 1969 con il giudice Guido Salvini, che negli anni Novanta ha riaperto le indagini sulla strage di Piazza Fontana, Federico Sinicato, avvocato dei familiari delle vittime, Marco Alessandrini, figlio di Emilio, magistrato ucciso nel 1979 da un commando di Prima Linea e che aveva lavorato all’istruttoria veneta sulla “pista nera”, e lo storico Angelo Ventrone.
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    49 mins
  • Ep. 01 | Piazza Fontana: «L’archetipo del tradimento di Stato»
    Dec 14 2019
    di Sabrina Pisu

    Il viaggio di Sabrina Pisu inizia da Milano, da Piazza Fontana dove il 12 dicembre del 1969 una bomba è esplosa all'interno della sede della Banca Nazionale dell'Agricoltura, provocando diciassette vittime e ottantotto feriti. Il giorno in cui «l’Italia ha perso la sua innocenza» e capito che doveva difendere la democrazia raccontato con le testimonianze di Fortunato Zinni, ex impiegato della Banca Nazionale dell’Agricoltura e miracolosamente sopravvissuto, Paolo Silva, che nella strage ha perso suo padre Carlo, Matteo Dendena, vicepresidente dell’Associazione dei familiari delle vittime, la fotografa Giovanna Nuvoletti e Guido Salvini che, negli anni Novanta, quando era giudice istruttore, ha riaperto le indagini.
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    24 mins
  • Trailer | Nero
    Dec 12 2019
    di Sabrina Pisu

    Milano, Gioia Tauro, Peteano, Brescia, San Benedetto Val di Sambro, Bologna: questo podcast segue la cartina delle stragi degli anni di Piombo. Geografia di un’Italia dalla democrazia ferita che ha lasciato le vittime e le loro famiglie, i cittadini tutti, in molti casi senza giustizia. Un racconto di ricerca e memoria che passa attraverso il recupero di fatti, testimonianze, storie e «schegge di verità», come le chiamava Leonardo Sciascia, che rischiano di essere perduti. Un racconto che dà voce anche ai magistrati, quelli dell’«Io so» di Pier Paolo Pasolini, ma che spesso hanno anche le prove di una verità giudiziaria che alla fine si sgretola davanti ai loro occhi: tra depistaggi, insabbiamenti, collusioni, segreti resistenti come piombo al tempo. Questo racconto è «Nero»: nero come il buio che si è tentato di far scendere sui colpevoli, come il cielo di Milano il giorno dei funerali delle vittime di Piazza Fontana e, soprattutto, come l’inchiostro per ricostruire le verità giudiziarie e storiche accertate, non smettere di indagare e non dimenticare chi ha pagato con la vita quella stagione di terrorismo e orrore: persone, non solo morti da contare.
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    3 mins