
Quello che fu l'ospedale psichiatrico da «Un Viaggio in Italia» di Guido Ceronetti
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About this listen
C'è l'aria di spossatezza e di smarrimento che succede all'attimo di trionfo di una rivoluzione: il nuovo Potere deve costringersi, per durare, a non godere soltanto della demolizione compiuta, cosa non facile, presa la rincorsa; si dà a occupare posti più che può ma deve scoprire, con sgomento, che il vuoto fatto è più esteso di quanto immaginasse, e che il nulla non è maneggevole.
Peculiarità della follia a Trieste: cresciuti i pazzi dopo il ‘45, molti i profughi istriani, gli sradicati dalla terra, dal mondo agricolo e marinaro, la testa gli è scoppiata al contatto della durezza triestina.
Nocivo il matriarcato, specie delle donne slave, viriloidi e castratrici: i figli maschi, non reggendo, impazziscono ...
Un gruppo è sistemato nel lusso sperperato delle sale dell'ex Direzione, l’appartamento si chiama adesso Rosa Luxemburg, dove ogni ospite è un'animula vagula blandula in un prato di asfodeli, vigilato maternamente da Rosa Luxemburg, addomesticato dagli psicofarmaci.
Sono rimasti in quattrocento, dispersi tra i padiglioni, eppure sembra di esplorare un deserto.
Se VUOI puoi cliccare sul link che trovi qui sotto per ASCOLTARE tutti i podcast di «Un Viaggio in Italia» https://penisolabella.blogspot.com/2024/06/un-viaggio-in-italia-del-1981-1983-di.html
A volte a piedi, a volte in treno, a volte in corriera, sempre con gli scrittori amati nella valigia: così Guido Ceronetti viaggiò in Italia in un periodo di circa due anni, fra il 1981 e il 1983, ispirato dall’editore Giulio Einaudi che aveva intuito sposarsi molto bene la sua indignazione satirica con il resoconto di viaggio.Ceronetti attraversa grandi città e piccole località di provincia, visita piazze, monumenti, musei, ma anche carceri, cimiteri, distretti di polizia, manicomi.Annota i manifesti affissi sui muri, le insegne dei negozi, e denuncia le volgarità che lo feriscono.Ma il libro non è solo un reportage splendidamente fazioso.E’ anche un taccuino affollato di pensieri, di citazioni, di idiosincrasie.
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