• Federmeccanica: nel 2024 produzione -4,2%, per auto -21,9%

  • Mar 6 2025
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Federmeccanica: nel 2024 produzione -4,2%, per auto -21,9%

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  • Crolla la produzione metalmeccanica-meccatronica: nel quarto trimestre del 2024 si e' contratta del 5,6%, portando il dato annuale a una riduzione del 4,2%. Un risultato peggiore di quello registrato per tutto il comparto industriale che ha registrato una flessione nel periodo ottobre-dicembre 2024 del 2,2% e del 2,5% nell'intero anno. Sono i dati della 173esima edizione dell'Indagine congiunturale di Federmeccanica presentata oggi. A condizionare l'attivita' produttiva e' stata, in particolare, l'evoluzione negativa della produzione di Autoveicoli e rimorchi che arriva a segnare un calo annuale del 21,9%.
    "Si è chiuso un anno durissimo che lascia un segno meno molto pesante e il 2025 si è aperto con segnali molto preoccupanti. La tenuta del nostro sistema industriale è a forte rischio, sia per criticità strutturali, sia per possibili sconvolgimenti degli equilibri globali che abbiamo conosciuto fino ad oggi. Serve senso di responsabilità di tutti gli attori per affrontare una fase che potrebbe essere senza precedenti". Lo dice il presidente di Federmeccanica, Federico Visentin, in occasione dell'indagine congiunturale, che rileva un crollo della produzione, con il tonfo del settore auto. Sembra che "l'auto non interessa, interessano gli armamenti. Ma starei attento a chi pensa che la soluzione sia convertire l'industria dell'auto in industria bellica", avverte. Ne parliamo proprio con Federico Visentin, Presidente Federmeccanica.

    La Bce taglia il costo del denaro di 25 punti base

    Un nuovo taglio, e nessuna indicazione sui prossimi passi: pesano le incertezze politiche globali e, in particolare, quelle sul commercio internazionale. La Bce ha ridotto di 25 punti base il tasso sui depositi, oggi considerato il più importante al 2,50%, da 2,75%. Il tasso sulle operazioni di rifinanziamento è sceso al 2,65% dal 2,90%, quello sui prestiti marginali al 2,90% dal 3,15%. «La politica monetaria sta diventando meno restrittiva in modo significativo», ha spiegato il comunicato emesso al termine del consiglio. «I tagli dei tassi stanno rendendo meno cari, per famiglie e imprese, i nuovi prestiti», i quali risultano in crescita. L inflazione domestica resta intanto elevata: le proiezioni di marzo, complici i rialzi dell energia, puntano a un inflazione annua media del 2,3% nel 2025, dell 1,9% nel 2026 e del 2% nel 2027 (erano rispettivamente il 2,1%, l 1,9% e il 2,1% a dicembre), mentre l inflazione core dovrebbe calare al 2,2% quest anno, al 2% il prossimo e all 1,9% nel 2027 (erano il 2,3%, 1,9% e 1,9% tre mesi fa). In ogni caso, spiega la Bce, «il processo di disinflazione è ben avviato». Le proiezioni sulla crescita risentono invece delle difficoltà del commercio globale: indicano un aumento del pil dello 0,9% quest anno, dell 1,2% nel 2026 e dell 1,3% nel 2027 (erano rispettivamente 1,1%, 1,4% e 1,3%), con una revisione al ribasso per quest anno e il prossimo legata alla debolezza delle esportazioni e degli investimenti, a sua volta determinata dall elevata incertezza sulle questioni commerciali e sulle questioni politiche in generale. La Bce spera, ha aggiunto Lagarde, che queste spese abbiano soprattutto un impatto sulla produttività di Eurolandia. Franco Bruni, presidente dell Ispi e professore emerito del dipartimento di Economia dell Università Bocconi.

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