
Francesco Musa racconta i 35 anni di blues a Narcao
Failed to add items
Add to Cart failed.
Add to Wish List failed.
Remove from wishlist failed.
Adding to library failed
Follow podcast failed
Unfollow podcast failed
-
Narrated by:
-
By:
About this listen
Oggi parliamo con Francesco Musa, presidente di Narcao Blues, il festival internazionale che da ben 35 anni anima il Sulcis e porta in Sardegna alcuni tra i più grandi nomi del panorama blues mondiale. Un traguardo che rende il festival il più longevo della Sardegna e uno dei più solidi in Italia e in Europa.
“Trentacinque anni fa era un progetto visionario – racconta Musa – oggi è una realtà concreta che continua a crescere. Essere presenti sul territorio con una proposta musicale di qualità ci rende fieri.”
Fin dalla prima edizione, la direzione artistica è curata da Gianni Melis, che ogni anno lavora per portare a Narcao artisti di altissimo livello, spesso provenienti dagli Stati Uniti, che rappresentano circa l’80% del cartellone. Un lavoro che richiede competenze organizzative, spirito di adattamento e, soprattutto, tanta passione.
“Ogni anno cerchiamo di far coincidere i nostri sogni con la realtà del mercato musicale. È un gioco di incastri tra artisti in tour in Europa e le possibilità logistiche della nostra isola.”
Narcao Blues è molto più di un evento musicale: è un’esperienza culturale e sociale, una “finestra sul mondo” per chi vive in Sardegna. È anche un’opportunità per i giovani di scoprire un genere musicale fondativo, come il blues, da cui discendono rock, soul, R&B e molto altro.
“Il pubblico lo definisce un catino rovente – spiega Musa – non solo per il caldo estivo, ma per l’atmosfera intima e coinvolgente della piazza. E per quattro giorni Narcao diventa davvero una piccola New Orleans.”
Il festival coinvolge soprattutto un pubblico adulto, ma non mancano i giovani, molti dei quali cresciuti insieme alla manifestazione. Per incentivare le nuove generazioni, quest’anno i minori di 16 anni entreranno gratuitamente.
Le sfide? Tanti gli ostacoli organizzativi: dai problemi di trasporto agli alti costi logistici legati all’insularità. Ma la qualità artistica non viene mai sacrificata.
Il programma del 2025 si annuncia memorabile, con nomi come Jimmie Vaughan in esclusiva nazionale.
“Chi ama la musica non può mancare. E a chi pensa di non essere appassionato di blues dico: venite almeno una volta. Non lo dimenticherete più.”