Francesco Schettino racconta il suo ultimo libro: ‘Socializzare i profitti’ Podcast By  cover art

Francesco Schettino racconta il suo ultimo libro: ‘Socializzare i profitti’

Francesco Schettino racconta il suo ultimo libro: ‘Socializzare i profitti’

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Il professore di economia politica Francesco Schettino, racconta il suo ultimo libro Socializzare i Profitti: un saggio che affronta in profondità le disuguaglianze strutturali del capitalismo, la crisi del lavoro e la necessità di ripensare l’economia politica per renderla accessibile e trasformativa per tutti.

Francesco Schettino, professore di economia politica all’Università della Campania Luigi Vanvitelli, torna alla ribalta con un nuovo saggio: Socializzare i Profitti. Il libro si propone di smontare la narrazione dominante dell’economia e renderla finalmente accessibile e utile alle persone comuni.

Una delle tappe di presentazione del libro sarà al Circolo Gramsci di Cagliari : giovedì 19 giugno alle ore 18.00, in occasione dell'evento dedicato al pensiero critico sull’economia contemporanea. L’incontro è promosso dalla Scuola di formazione politica Joyce Lussu e rappresenta un’occasione di confronto su un tema cruciale del nostro tempo: la necessità di ridefinire le leggi generali dell’economia politica in un’epoca segnata da crisi ecologiche, disuguaglianze crescenti e ridefinizione del lavoro

Schettino parte da un’idea semplice, ma rivoluzionaria: l’economia ci riguarda tutti, ogni giorno. Eppure viene presentata come una disciplina tecnica, astratta, inaccessibile.

Socializzare i Profitti non è solo un testo divulgativo. È un atto politico. L’autore smaschera l’ideologia neoliberista, fondata sull’idea che “non esistano alternative” (TINA – There Is No Alternative, secondo Margaret Thatcher). E propone invece un ribaltamento del paradigma: riappropriarsi collettivamente del valore prodotto.

Schettino denuncia il profitto come espressione del dominio di una classe sull’altra. Non come semplice conseguenza del merito o dell’efficienza. Mostra come la disuguaglianza non sia un’anomalia del capitalismo, ma una sua componente strutturale.

Nel libro non ci sono formule magiche, ma strumenti, riflessioni, percorsi collettivi di consapevolezza e cambiamento. Centrale è l’idea di rimettere in discussione un principio oggi dominante: i profitti restano privati, mentre le perdite si scaricano sulla collettività.

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