• Enrico Galiano e Bibbiana Cau
    Jun 7 2025

    "Quel posto che chiami casa" di Enrico Galiano e "La levatrice" di Bibbiana Cau

    Vera è una adolescente, ha un fratello più grande di ben tredici anni. Sarebbe più corretto dire, però, aveva, perché un giorno arriva a casa a una telefonata: suo fratello è stato investito da un treno. Vera aveva con C’è, così lo chiamava, un rapporto veramente simbiotico, nonostante la grande differenza di età. Dopo la sua scomparsa, i genitori eludono le domande che Vera fa sul fratello e lei si sente sempre più sola e inadeguata, anche rispetto a quel fratello amato, ma anche invidiato perché era considerato dai genitori quasi perfetto. Un giorno Vera inizia a sentire la voce del fratello nella sua testa. I compagni di scuola pensano che sia matta. L’unica a darle credito è Ginevra, detta Gin, destinata a diventare la sua migliore amica. Tutto questo è raccontato in "Quel posto che chiami casa" di Enrico Galiano (Garzanti). Un romanzo commovente che parla di amore fra un fratello e una sorella, ma che parla anche di adolescenti, della difficoltà di trovare un posto nel mondo, del sentirsi inadeguati, un romanzo che parla della gara all’essere perfetti e di disturbi mentali.

    Nella seconda parte parliamo di un romanzo che ci porta nel cuore della Sardegna nel 1917. Mallena è arrivata a Norolani quindici anni prima e qui fa la levatrice empirica, nel senso che non ha studiato per fare questo mestiere, fra l’altro non sa né leggere né scrivere, ma il suo è un mestiere antico, appreso attraverso la pratica. In più Mallena conosce il potere delle erbe e dei rimedi naturali. Quando il marito torna dalla guerra dopo aver perso una gamba, c’è bisogno di soldi per le medicine oltre che per crescere i due figli, e così Mallena decide di chiedere al sindaco di essere pagata per i servizi che ha sempre prestato alle donne gratuitamente. Per tutta risposta le autorità fanno arrivare dal Continente un’ostetrica professionista che non conosce le tradizioni e la cultura delle donne del luogo. Questa è la trama di "La levatrice", opera prima di Bibbiana Cau (Nord).

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  • Cristina Cassar Scalia e Chiara Francini
    May 31 2025

    "Delitto di benvenuto" di Cristina Cassar Scalia e "Le querce non fanno limoni" di Chiara Francini

    Quando si nomina Cristina Cassar Scalia viene subito in mente il personaggio seriale di Vanina Guarrasi, vicequestore a Catania, protagonista di diversi gialli. Stavolta la scrittrice siciliana ha dato vita a un nuovo personaggio: Scipione Macchiavelli, giovane funzionario di Pubblica sicurezza a metà degli anni '60, a capo del commissariato romano di Via Veneto, quello della Dolce Vita (di cui lui stesso era in parte protagonista) che viene trasferito per punizione a Noto, in Sicilia. Un luogo per lui completamente oscuro. Non ha mai avuto a che fare con crimini particolarmente gravi, mentre appena arriva a Noto, completamente spaesato, deve affrontare la scomparsa di un uomo molto in vista in città. Il romanzo è "Delitto di benvenuto" di Cristina Cassar Scalia (Einaudi).

    Nella seconda parte parliamo di "Le querce non fanno limoni" di Chiara Francini (Rizzoli). Due piani temporali diversi: da una parte il ventennio fascista con la guerra, il '43 e la nascita della Resistenza; dall'altro c'è l'inizio degli anni '70, gli anni di Piombo e le Brigate Rosse. Un romanzo ricco di personaggi che girano intorno alla protagonista, Delia, arrivata a Campi Bisenzio, in Toscana, nel '56 creando Il Cantuccio, un luogo magico, quasi un luogo dell'anima perché sembra avere anche un tempo sospeso. Delia dà da mangiare e da bere senza fissare un prezzo, ma i clienti fanno delle donazioni volontarie. Un luogo dove tutte le persone vengono accolte. Delia racconta il suo passato da bambina e ragazzina in una famiglia borghese a Firenze, l'ascesa del Fascismo e poi la sua adesione alla Resistenza, ma nello stesso tempo si parla di un tempo presente nel romanzo, cioè il 1973, quando Delia accoglie una ragazza, Irma, che si innamora di un ragazzo che è vicino alle Brigate Rosse.

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  • Alessandro Robecchi e Rokia
    May 24 2025

    "Il tallone da killer" di Alessandro Robecchi e i romanzi Romance di Rokia

    Alessandro Robecchi è uno scrittore conosciuto per i suoi noir sempre un po' graffianti e ironici, con un pizzico di critica sociale. Il suo protagonista seriale è Carlo Monterossi, autore tv che si diletta nelle indagini insieme all'amico detective privato Oscar Falcone. Ma poi ci sono anche i sovrintendenti di polizia Ghezzi e Carella. Stavolta, però, Robecchi ha preso una pausa dai suoi personaggi e ha scritto una black commedy: "Il tallone da killer" (Sellerio). Una commedia nera, dicevamo, che prende in giro con ironia e sarcasmo il mondo dei killer su commissione. I protagonisti sono due uomini, il Biondo e l'uomo con la cravatta, che hanno creato una vera e propria società che si dedica agli omicidi. Chi li vuole ingaggiare deve scrivere un necrologio con alcune parole chiave. Ma anche nel mondo dei killer su commissione c'è concorrenza: c'è chi abbassa troppo i prezzi o fa una sorta di black friday e i due si indispettiscono.

    Nella seconda parte parliamo di una delle massime esponenti del genere Romance che da anni domina le classifiche. Ha esordito su wattpad, la piattaforma di scrittura, nel 2016 con uno pseudonimo. I suoi scritti hanno avuto milioni di letture e così è stata notata da una casa editrice, Magazzini Salani, che ha iniziato a pubblicare i suoi romanzi. Parliamo di Rokia. I suoi sono amati dalle giovanissime anche perché ha la capacità di raccontare con sensibilità il dolore e il disagio psichico. Il nuovo romanzo si intitola "Guilty - Burn for love" ed è l'atteso seguito di "Guilty - Drunk in love". Ma il debutto era avvenuto nel 2022 con "The truth untold" seguito da "Sindrome".

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  • Puntata speciale dal Salone del libro
    May 17 2025

    Puntata speciale del Cacciatore di libri dal 37esimo Salone Internazionale del libro di Torino.

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  • Mokhtar Amoudi e Michel Jean
    May 10 2025

    "Le condizioni ideali" di Mokhtar Amoudi e "Kukum" di Michel Jean

    Una storia di riscatto è quella che si racconta nel romanzo "Le condizioni ideali", opera prima di Mokhtar Amoudi (Gramma - traduz. Elena Cappellini). È una storia che trae spunto dalla vita dello stesso autore. Il protagonista è un bambino, Sander, di madre algerina che viene dato in affido fin da piccolo. Quando però la prima madre affidataria muore deve essere assegnato ad altri genitori: lui vorrebbe una famiglia francese, ma la madre naturale sceglie una donna marocchina che cresce diversi minorenni solo per incassare l'assegno dei servizi sociali. Tutto questo avviene in una banlieu parigina dove la violenza e i crimini sono la normalità e dove Skander si sente diverso dagli altri: lui ama studiare e adora il vocabolario. Ma arrivato alle superiori, il contesto finirà per fagocitarlo.

    Nella seconda parte parliamo di un romanzo che prende spunto dalla storia vera della bisnonna dell'autore e che si svolge in Quebec all'inizio del Novecento. Il romanzo è "Kukum" del canadese e Michel Jean (Marcos Y Marcos - traduz. Sara Giuliani). La protagonista è Almanda, un'orfana che viene cresciuta da una coppia che la accoglie per carità cristiana. A 15 anni incontra Thomas, poco più grande di lei, e se ne innamora. Thomas fa parte degli innu, popolazione autoctona del Quebec: sono abituati a vivere in clan familiari nomadi, si spostano in base alle stagioni della caccia, hanno un rapporto molto stretto con la natura. Almanda va via con Thomas e inizia a sentirsi proprio fusa con la natura, si sente veramente sè stessa e libera. Con il passare degli anni, però, Almanda, come tutta la comunità di innu, dovrà affrontare la minaccia dei bianchi che tagliano la legna delle foreste, si impossessano dei territori e li costringono nelle riserve.

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  • Paolo Nori e Francesca Mautino
    May 3 2025

    "Chiudo la porta e urlo" di Paolo Nori e "Tutti conoscono tutti" di Francesca Mautino.

    Raccontare la biografia di uno scrittore o di un poeta, intrecciandola alla propria vita e soprattutto alle emozioni che quelle letture hanno suscitato, è diventata la caratteristica di Paolo Nori. Era già successo con Dostoevskij in "Sanguina ancora" di Paolo Nori, Mondadori, e poi con la poeta Anna Achmatova in "Vi avverto che vivo per l'ultima volta" di Paolo Nori, Mondadori. Accade ora con il poeta Raffaello Baldini nel romanzo "Chiudo la porta e urlo" di Paolo Nori, Mondadori. L'opera di Baldini, poeta che scriveva nel dialetto di Santarcangelo di Romagna e poi traduceva lui stesso in italiano, emerge attraverso la vita e le riflessioni di Paolo Nori. Ci sono come sempre Togliatti, ossia la madre di sua figlia soprannominata Battaglia, c'è la nonna Carmela, c'è il ricordo delle due volte in cui Nori ha rischiato di morire, c'è la passione per la lingua e la letteratura russa e ci sono le riflessioni esistenziali in alcuni casi suscitate proprio dalle poesie di Raffaello Baldini.

    Nella seconda parte parliamo di "Tutti conoscono tutti" di Francesca Mautino (Longanesi). La protagonista è Valentina, 37 anni, separata, madre di tre gemelle e che vive a Torino, già protagonista di "Qualcuno che conoscevo" di Francesca Mautino, Longanesi. Ha realizzato un podcast crime di successo che avrebbe dovuto essere il primo di una serie, ma si trova in una fase di stallo. Insieme all’ex poliziotta Giovanna avrebbe dovuto prendere in considerazione dei casi irrisolti, trovare i responsabili dei crimini e raccontare tutto appunto nel podcast. Stanno lavorando al caso della scomparsa di una contessa avvenuta nel 1992, ma non trovano elementi degni di nota. Mentre il cold case non offre spunti, dal passato di Valentina riemergono persone che la spingono a indagare sulla morte di un amico dei tempi dell’università, Mattia, annegato in un lago artificiale durante un concerto.

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  • Piergiorgio Pulixi e Claudia Durastanti
    Apr 26 2025

    "Se i gatti potessero parlare" di Piergiorgio Pulixi (Marsilio) e "MissItalia" di Claudia Durastanti (La nave di Teseo)

    Un autore poliedrico, dai thriller inquietanti ai cosiddetti cozy crime, ossia gialli confortevoli, caratterizzati da una certa leggerezza. Parliamo di Piergiorgio Pulixi, Premio Scerbanenco 2019 con "L'isola delle anime". In quel caso si trattava di un thriller dalle tinte forti, mentre ora è in libreria con "Se i gatti potessero parlare" (Marsilio), una sorta di sequel del romanzo di successo "La libreria dei gatti neri". Si tratta di un cozy crime, ma anche di un giallo dalla camera chiusa alla Agatha Christie. A bordo di una nave che fa una mini crociera letteraria c'è il famoso scrittore di gialli Aristide Galeazzo che durante il viaggio incontrerà i lettori e scriverà l'ultima parte del romanzo in uscita. Lo scrittore però ha annunciato alla sua casa editrice che farà morire il suo personaggio seriale, cosa che scatena il panico. A bordo anche Marzio Montecristo, un uomo burbero proprietario della libreria frequentata dai due gatti neri, che dovrà indagare su un delitto che avviene durante la crociera.

    Nella seconda parte parliamo di "MissItalia" di Claudia Durastanti (La nave di Teseo). Un romanzo stratificato diviso in tre parti: ci sono tre protagoniste diverse, tre epoche diverse, ma un solo luogo, la Val d'Agri in Basilicata. All'inizio del romanzo siamo a metà '800: Amalia Spada accoglie in casa alcune ragazze abbandonate, oltre a viandanti e fuggitivi (siamo nel periodo del brigantaggio e della guerra contro i piemontesi). Un visconte vuole costruire una fabbrica presentandola come occasione di lavoro e di progresso. Nella seconda parte siamo improvvisamente dagli anni '50 e la protagonista è Ada che lavora in una rivista finanziata da un magnate degli idrocarburi: va in Val d'Agri per realizzare un reportage e finirà per diventare una spia per la sua vicinanza con il magnate che in Lucania vuole costruire pozzi di petrolio. Infine veniamo catapultati nel futuro, nel 2050, dove la Val d'Agri è sede di uno spazio-porto da dove partono le missioni per la luna: in questo caso la protagonista, A, deve affrontare una complessa procedura per andar via dal mondo nuovo e tornare sulla terra.

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  • Roberto Vecchioni e Yari Selvetella
    Apr 19 2025

    "L'orso bianco era nero" di Roberto Vecchioni (Piemme) e "La mezz'ora della verità" di Yari Selvetella (Mondadori)

    "L'orso bianco era nero - Storia e leggenda della parola" è il nuovo libro di Roberto Vecchioni (Piemme): una dichiarazione d'amore nei confronti delle parole da parte di un appassionato. Dall'etimologia di alcune parole, all'uso che ne facevano i sofisti, da quanto una singola parola possa dare il senso in una poesia all'utilizzo nel teatro. Questo, però, come si legge nell'introduzione, non è il lavoro di un linguista, piuttosto è l'opera di chi con le parole ci gioca, ne subisce il fascino, ne riconosce anche il potere.

    Nella seconda parte parliamo di "La mezz'ora della verità" di Yari Selvetella (Mondadori). L'autore ha immaginato una app, chiamata Varami, in grado di rivelare se le cose che vengono dette siano vere o false. La voce narrante è quella di Valentino, uomo piuttosto solitario senza grandi passioni tranne osservare le vite degli altri. Accanto a lui una serie di personaggi che abitano nello stesso condominio. Tutti iniziano a testare questa app della verità e lo fanno soprattutto su questioni personali per scoprire per esempio dei tradimenti, ma quando due ragazzi iniziano a intervistare per strada le persone, sottoponendo le loro parole alla app e diffondendo i video sui social, si scatenano una serie di conseguenze.

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