Isterie, umiliazioni, finzioni Podcast By  cover art

Isterie, umiliazioni, finzioni

Isterie, umiliazioni, finzioni

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L’opera ottocentesca ha il suo modo particolare di affrontare la risata, che riprende e sviluppa i temi del teatro d’opera settecentesco. Ci sono risate di gruppo che servono, come nel Freischütz di Weber e nel Falstaff di Verdi a umiliare chi (come Don Giovanni, ma con esiti ben diversi) “desidera” troppo. Sempre in Verdi, poi, si sente l’eredità di Mozart nel tema della maschera e della tensione tra sembianze e realtà e tra convenzione e desiderio, ora elaborati con sottotoni più cupi, anche quando, tecnicamente, si ride. La maschera continua anche a essere uno strumento di gioco e di potere, come nel Fledermaus di Strauss, in cui la serva Adele si maschera da nobildonna per andare a un ballo sfarzoso. Nell’ambito tardo ottocentesco del verismo e dell’operetta, l’idea dello sragionare ridendo è spinta a estremi tragicomici, specie nei personaggi femminili. L’isterica e la bambola meccanica diventano – da La Navarraise di Massenet all’Olympia dei Contes d’Hoffmann di Offenbach – due volti della stessa figura misogina della donna priva (per natura e/o circostanza) di ragione.

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