La voce degli dèi. Gli evirati cantori, e la Scuola vocale napoletana Podcast By  cover art

La voce degli dèi. Gli evirati cantori, e la Scuola vocale napoletana

La voce degli dèi. Gli evirati cantori, e la Scuola vocale napoletana

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Il volume, scritto da Enzo Amato, Mario Brancaccio, Sandro Cappelletto, Umberto Rosario Del Giudice, Aurelio Gatti e Francesco Nocerino, affronta la complessa e affascinante storia della Scuola musicale napoletana, ponendo un focus particolare sulla figura degli evirati cantori, noti anche come castrati.Il libro esplora la straordinaria vocalità di cantori leggendari come Farinelli (Carlo Broschi, 1705-1782), la cui voce era così incantevole da essere considerata divina. Viene ripreso l'aneddoto di una lady londinese che, dopo aver ascoltato Farinelli, esclamò: "One God, one Farinelli," a testimonianza della sua perfezione vocale. Gli autori del libro discutono anche come la figura degli evirati cantori sia stata talvolta satirizzata, come nel "Carme I Sepolcri" di Ugo Foscolo, che li associava a contesti di ozio. Tuttavia, il volume sottolinea che questa visione era riduttiva per il contesto napoletano, dove la pratica era intrinsecamente legata a una scuola musicale di altissimo prestigio.La ricerca si addentra nella vita dei castrati, giovani cantori napoletani evirati per preservarne le voci, inserendoli nel più ampio e ricco contesto della Scuola musicale napoletana. Il volume include preziose appendici, come un catalogo di biblioteche che conservano manoscritti musicali napoletani del Settecento e una vasta bibliografia.L'obiettivo primario del libro è far conoscere la Scuola musicale napoletana che, pur avendo annoverato compositori di fama mondiale come Francesco Provenzale, Alessandro Scarlatti, Domenico Cimarosa, Saverio Mercadante e Vincenzo Bellini, e avendo dominato la scena musicale europea nel Settecento (specialmente nella musica sacra), è rimasta ingiustamente sconosciuta al grande pubblico.La discussione si estende anche ai precedenti della Scuola musicale napoletana, risalendo all'epoca romano-cristiana, con riferimenti al filosofo Giuseppe Ferraro e aneddoti legati a Seneca e al filosofo Metronatte, che teneva lezioni nei pressi del teatro di Neapolis.Un punto cruciale è il ruolo dei Conservatori napoletani, nati come istituzioni caritatevoli per bambini poveri e poi evoluti in centri di eccellenza per l'educazione musicale. Vengono menzionati i quattro principali conservatori maschili e numerosi conservatori femminili, con un omaggio a figure chiave come Marcello Fossataro, fondatore del Conservatorio dei Poveri di Gesù Cristo.Il volume approfondisce le caratteristiche vocali dei castrati, le cui voci erano ammirate per la loro dolcezza, forza ed estensione, e illustra come la Scuola musicale napoletana eccellesse in tutti i generi, dalle performance nei palazzi reali ai teatri di corte.Infine, il libro narra la storia di una reliquia di San Giuseppe, un bastone di legno di cedro, che divenne proprietà del cantante evirato Giuseppe Grimaldi ("Nicolino"), e che diede origine al celebre detto napoletano "Non sfruculiare la mazzarella di san Giuseppe". Il volume si conclude con le riflessioni storico-teologiche di Umberto Rosario Del Giudice, che analizza le motivazioni dietro l'evirazione e la presenza dei cantori castrati nella liturgia cattolica, tracciando un parallelo con l'attuale esclusione delle donne dalla ministerialità all'altare.
Pasquale Giustiniani per Books&Museum summer edition 2025
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