• Sesta Puntata
    Apr 25 2022
    Uno degli stereotipi più marcati nel continente sub-sahariano riguarda la figura della donna. Una figura riempita di aggettivi, immagini modellate e standardizzate, come se si potesse ridurre in concetti semplici e rigidi una tale ricchezza di esperienze, di vite, di approcci alla vita. Donna ipersessualizzata, quella africana, sottomessa, destinata alla maternità, adattata al peso (fisico e metaforico) da portare dalla nascita alla morte.
    Ma è davvero così? Quello che emerge dai testi che ascolteremo è innanzitutto la consapevolezza di sé stesse e del proprio valore. Quello che emerge è il contrario della remissività, è il contrario dell’ignoranza, è il contrario di un pensiero e di azioni vuote o esclusivamente rivolti alla cura dell’altro e all’accettazione di modelli sociali, troppo spesso ancora impregnati della pressione coloniale. Quello che emerge è la libertà di scelta, la libertà di parola, la libertà di ribaltare pregiudizi e comportamenti fissati da società patriarcali. La parola diventa così strumento potente di emancipazione. E una guida, per sé e per le generazioni di giovani donne che verranno.

    CREDITS

    Poesie: "Cara donna africana", Brenda Dokmah Bakomora; "Sei donna", Ama Nuamah; "L’amore", Lyne des mots; "Ipersessualizzazione della donna africana", Carolyne Afroetry; "Oh Donna", Afia Amoaa Oppong-Kwakye

    Interpreti: Angela Abasimi, Letizia Kasala
    Traduttrici: Julia Arena, Giovanna Molinelli, Luciana Pepino, Pina Piccolo, Maria Luisa Vezzali
    Coordinatori del progetto: Davide Galati e Antonella Sinopoli
    Alla parte tecnica, suono e montaggio: Riccardo Falcari
    Sonorità: Fabio Romanato
    Social media: Emanuele Bozzoni

    Questi podcast fanno parte di "One Global Voice - Uniti e unici nel valore della diversità", un progetto della testata giornalistica e associazione Voci Globali, sostenuto da Fondazione Cariparo nell'ambito del bando CulturalMente 2020.
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    19 mins
  • Quinta Puntata
    Apr 19 2022
    “Senza punti di riferimento”, potrebbe essere il titolo di questo podcast. Che è poi il titolo di una delle poesie presentate (di un’autrice togolese). Ma nelle parole degli autori (Costa d’Avorio, Ghana, Uganda) c’è anche la ricerca di punti di riferimento diversi. Quelli cercati nella propria mente, quelli cercati quando si intraprende il viaggio da migrante. Infine, punti di riferimento propri rispetto a quelli imposti dalla presenza - prima schiavista, poi coloniale, poi consumistica e globalizzatrice - dell’Occidente. Così l’Africa e i giovani africani fuggono, si perdono o si interrogano. E cercano di “ripulire” le proprie identità, spesso falsificate o rese confuse da secoli di narrazioni sbagliate, affrettate, incomplete. Narrazioni in cui i giovani africani spesso fanno fatica a riconoscersi.

    CREDITS

    Poesie: "Immigrazione", Hélène Beket; "Sono un rifugiato nella mia mente", Alex Kitaka; "Senza punti di riferimento", Marcelline Mensah-Pierucci; "I padroni del mondo", Holy Dolores; "Lo specchio infranto: insegnare alle persone a odiare sé stesse…", Nana Akosua Hanson

    Interpreti: Angela Abasimi, Frank Afrifa, Letizia Kasala, Junior Tene
    Traduttrici: Michela Mengoli, Pina Piccolo, Milena Rampoldi, Gaia Resta, Maria Luisa Vezzali
    Coordinatori del progetto: Davide Galati e Antonella Sinopoli
    Alla parte tecnica, suono e montaggio: Riccardo Falcari
    Sonorità: Fabio Romanato
    Social media: Emanuele Bozzoni
    Sigla ("La prière du désespéré"): Ayeva Falak

    Questi podcast fanno parte di "One Global Voice - Uniti e unici nel valore della diversità", un progetto della testata giornalistica e associazione Voci Globali, sostenuto da Fondazione Cariparo nell'ambito del bando CulturalMente 2020.
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    17 mins
  • Quarta Puntata
    Apr 11 2022
    In questa puntata mescoliamo il tema della sanità mentale (con un’autrice e un autore ugandesi) con il senso di inadeguatezza di un giovane poeta kenyota e con riflessioni che sembrerebbero diverse tra loro e invece hanno la stessa radice. La prima, di una slameuse ivoriana, prende forma in una celebrazione del “nero”. Quel nero che “non è un colore ma un valore”. Eppure, del nero, dell’essere nero, spesso ci si vuol disfare. E si vuole partire, andare lontano, diventare e comportarsi da bianchi – come scrive la poetessa ghanese con cui si chiude il podcast. E rischiare che quella ricerca di altro si trasformi nella perdita di ciò che si ha, di ciò che si è.

    CREDITS

    Poesie: "Senza titolo", Alum Comfort Anne; "I deboli pilastri della sanità mentale", Ronald K Ssekajja; "Il nero", Lyne des mots; "Occhi d’oceano", Bayable Word; "Ada", Ama Anima Nuamah

    Interpreti: Angela Abasimi, Frank Afrifa, Letizia Kasala, Junior Tene
    Traduttrici: Julia Arena, Giovanna Molinelli, Gaia Resta, Maria Luisa Vezzali
    Coordinatori del progetto: Davide Galati e Antonella Sinopoli
    Alla parte tecnica, suono e montaggio: Riccardo Falcari
    Sonorità: Fabio Romanato
    Social media: Emanuele Bozzoni
    Sigla ("La prière du désespéré"): Ayeva Falak

    Questi podcast fanno parte di "One Global Voice - Uniti e unici nel valore della diversità", un progetto della testata giornalistica e associazione Voci Globali, sostenuto da Fondazione Cariparo nell'ambito del bando CulturalMente 2020.
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    17 mins
  • Terza Puntata
    Apr 4 2022
    “Morte in vita” è il primo testo che ascolteremo in questo podcast. È il titolo della poesia di Maipelo M Zambane, artista del Botswana. Ed è quello che si prova a vivere senza gioia, con un peso costante che comprime la mente e il cuore. Sono sentimenti che si ritrovano anche negli altri testi proposti. Dal Kenya, dalla Costa d’Avorio, dal Togo e dall’Uganda. In un finale affidato a Mercy Geno Apachi che implora “Voglio umanità”. Un’umanità fatta di gesti sinceri, di empatia, di incontri. Senza giudizi. Perché accogliere è il contrario di “tirare le somme” e dire la propria sulla vita di un individuo che vive un disagio spesso difficile non solo da gestire, ma da spiegare. A sé stessi e agli altri. Ed è spiegare quello che provano a fare, le poetesse e i poeti che ascolterete.

    CREDITS

    Poesie: "Morte in vita", Maipelo M Zambane; "Poesia, Dolore, Lame e Grazia", Young Nino; "Noi non siamo", Placide Konan; "Grido di disperazione", Marie-Jo; "La preghiera del disperato", Ayeva Falak; "Voglio umanità", Mercy Geno Apachi

    Interpreti: Angela Abasimi, Frank Afrifa, Letizia Kasala, Junior Tene
    Traduttrici: Giovanna Molinelli, Gaia Resta, Maria Luisa Vezzali
    Coordinatori del progetto: Davide Galati e Antonella Sinopoli
    Alla parte tecnica, suono e montaggio: Riccardo Falcari
    Sonorità: Fabio Romanato
    Social media: Emanuele Bozzoni
    Sigla ("La prière du désespéré"): Ayeva Falak

    Questi podcast fanno parte di "One Global Voice - Uniti e unici nel valore della diversità", un progetto della testata giornalistica e associazione Voci Globali, sostenuto da Fondazione Cariparo nell'ambito del bando CulturalMente 2020.
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    15 mins
  • Seconda Puntata
    Mar 28 2022
    Cosa vuol dire soffrire di depressione o ritrovarsi ai margini della società perché considerato “folle”? Sono le esperienze reali di queste giovani autrici ed autori a raccontarcelo. Dal Sudafrica, vangile gatsho; dall’Uganda, Afroetry e Amanya Aklam, e Nanda dal Gabon. Ognuno di questi artisti porta a galla vissuti dolorosi, ma anche le percezioni che l’Occidente ha sulla questione della malattia mentale nel continente africano. Quasi che il male di vivere non potesse esistere in Africa o debba essere una cosa diversa rispetto al resto del mondo. Ma sono le parole – e il vissuto – di giovani africani a riportarci su altri binari. E su un autentico percorso di ascolto.

    CREDITS

    Poesie: "Come una candela nel vento", vangile gantsho; "La depressione di mia madre", Carolyne Afroetry; "Il pazzo africano", Amanya Aklam; "La depressione è per gli altri, i bianchi. Qui la chiamiamo Follia", Nanda.

    Interpreti: Angela Abasimi, Letizia Kasala, Junior Tene
    Traduttrici: Gaia Resta, Maria Luisa Vezzali
    Coordinatori del progetto: Davide Galati e Antonella Sinopoli
    Alla parte tecnica, suono e montaggio: Riccardo Falcari
    Sonorità: Fabio Romanato
    Social media: Emanuele Bozzoni
    Sigla ("La prière du désespéré"): Ayeva Falak

    Questi podcast fanno parte di "One Global Voice - Uniti e unici nel valore della diversità", un progetto della testata giornalistica e associazione Voci Globali, sostenuto da Fondazione Cariparo nell'ambito del bando CulturalMente 2020.
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    14 mins
  • Prima Puntata
    Mar 21 2022
    In questa prima puntata, Antonella Sinopoli, direttrice di Voci Globali e coordinatrice del progetto, ci racconta i risultati di una serie di approfondimenti e ricerche sulla salute mentale e sul concetto di “follia” nell’Africa sub-sahariana. Di come viene affrontato il disagio mentale, di quanti tabù ancora esistono sull’argomento ma anche di quanti approcci nuovi e originali si stanno mettendo in campo. E, infine, di quanto la parola, la poesia, stia facendo emergere prepotentemente la questione.

    CREDITS
    Testo e voce: Antonella Sinopoli
    Coordinatori del progetto: Davide Galati e Antonella Sinopoli
    Alla parte tecnica, suono e montaggio: Riccardo Falcari
    Sonorità: Fabio Romanato
    Social media: Emanuele Bozzoni
    Estratto da "La prière du désespéré": Ayeva Falak, traduzione di Giovanna Molinelli

    Questi podcast fanno parte di "One Global Voice - Uniti e unici nel valore della diversità", un progetto della testata giornalistica e associazione Voci Globali, sostenuto da Fondazione Cassa di Risparmio Padova e Rovigo nell'ambito del bando CulturalMente 2020.
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    19 mins