
Risate nere su fonografo
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Con l’arrivo del fonografo di Edison e della scoperta delle possibilità commerciali di tale invenzione, emergono generi di canzoni creati e adattati per la riproduzione sonora. Regina tra queste tipologie di canzoni è la laughing song americana, una canzone, spesso semplice e memorabile, in cui si ride a suon di musica, profondamente legata a dinamiche razziali dell’epoca della segregazione. La risata nera è, come vedremo negli esempi di George Washington Johnson, Jelly Roll Morton, e Bessie Smith, certamente intesa dagli ascoltatori bianchi dell’epoca anche come indice della mancanza di eloquenza delle persone razzializzate (che “ridono sempre” perché sono semplici e allegre, al contrario di chi le guarda). Ma è anche un qualcosa che si fonde con la tradizione afro-americana del signifyin’ (della quale scrisse lo studioso di letteratura Henry Louis Gates) del parlare in codice, del mascherarsi e difendersi dalla sopraffazione usando suoni, termini e canzoni che significano cose diverse a seconda di chi le ascolta. Il cilindro fonografico che viaggia lontano dal suo punto di origine – e viene ascoltato anche dall’altra parte del mondo – porterà queste risate nere a essere ascoltate e imitate in una miriade di modi diversi (a Napoli, in Inghilterra, in India) ogni volta generando nuovi significati politici a livello locale e globale.