• Capitolo 10 - Ritorno
    Jun 25 2021

    Come ogni fine viaggio, questo breve ultimo capitolo è intriso di triste nostalgia per tutto ciò che i nostri viaggiatori hanno visto e vissuto, nel bene e nel male.

    Un vero e proprio viaggio avventura con un'ultima tappa cosentina che ha definitivamente fatto innamorare Dumas del popolo calabrese e della sua ospitalità. [ACQUISTA E-BOOK]

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  • Capitolo 9 - Terremoti
    Jun 25 2021

    Ormai immerso nel terremoto, coinvolto emotivamente Dumas decide di intraprendere un diario di viaggio nel viaggio.

    Si aggira nel cosiddetto cratere e decide di raggiungere Castiglione Cosentino località d'intorno a Cosenza tra quelle maggiormente colpite; completamente preso dalla situazione di distruzione e morte, ripercorre le stesse plaghe affidandosi al racconto di Gourbillon, suo conterraneo Francese, che lo fece descrivendo il suo viaggio in Calabria nel 1818, per la cronaca puntuale dei fatti non vissuti 35 anni prima nelle località da lui non visitate.

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  • Capitolo 8 - Cosenza
    Jun 23 2021

    [ACQUISTA E-BOOK] Cosenza il capitolo narra la situazione di una Cosenza terremotata e in corso di terremoto senza tregua da otto giorni.

    Continua dalle ultime righe del precedente (Bellini), con l'arrivo all'Albergo Al Riposo d'Alarico tanto sospirato dai nostri viaggiatori, provato dal terremoto, riempito di umanità varia di sfollati, quanto inospitale nel benvenuto.

    Le prime schermaglie tra il gruppo dei viaggiatori e il personale dell'albergo sono di ostilità da parte di quest'ultimo, e di conseguente irritazione da parte di Dumas e di Jadin che arriva perfino ad essere negazionista:

    «

    ... Voi credete ai terremoti? - mi chiese Jadin.

    ... Ma no! È tutta una commedia! Le loro case cadono perché sono vecchie e dicono che è per il terremoto per prendere l'indennizzo da parte del governo...»

    Ma la situazione architettonica ed umana è molto provata dal terremoto e tutto è difficile da recuperare alla normalità, se ne rende conto e viene colpito Dumas che si immerge empaticamente tra la folla diventando un cronista nel raccontare la situazione degli sfollati nella baraccopoli.

    La forza della disperazione di potersi godere finalmente un albergo quasi degno di questo nome, rende i nostri viaggiatori, coraggiosi oltremodo, rimanendo fermi nelle loro stanze perfino durante le scosse notturne, spettatori calmi ma partecipi delle scene di panico.

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  • Capitolo 7 - Da Vena di Màida a Cosenza
    Jun 18 2021

    [ACQUISTA E-BOOK] Il capitolo narra il viaggio da Vena di Màida a Cosenza, ma si intitola Bellini perché come al solito, Dumas amando l'aneddotica legata alle persone, dà risalto alla notizia della morte del grande compositore siciliano, sebbene sia solo una piccola parentesi del racconto del viaggio impegnativo e periglioso assieme ai fedeli compagni di viaggio Jadin e il cane Milord.

    Il capitolo inizia quindi con l'arrivo a Vena di Maida, paese abitato da Albanesi, al quale Dumas dedica una pagina; ma un gatto ucciso dal cane Milord, la scarsità di cibo ed alberghi, fa decidere di abbandonare presto il paese che è costato il risarcimento del gatto in cambio dell'unica soddisfazione per Jadin aver potuto ritrarre la padrona del suddetto gatto, con il vestito da sposa tipico arbëreshe.

    Da Vena il piccolo drappello si sposta a Tiriolo paese particolarmente provato dal terremoto, dove al risveglio nell'unico albergo praticabile, Dumas apprende incredulo della morte dell'amico Bellini.

    Ripartiti alla volta di Cosenza, ancora vicissitudini patite a causa di una tempesta che li fa ritrovare più morti che vivi a Rogliano.

    Alla ripartenza per Cosenza, causa postumi della tempesta perdono perfino l'uso di un mulo.

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    27 mins
  • Capitolo 6 - Màida
    Jun 15 2021

    [ACQUISTA E-BOOK] The capitolo inizia ancora da Pizzo, con le vicissitudini patite con le attrezzature alberghiere e conseguenti notti insonni.

    Segue una spassosissima descrizione della casa ospitante presso il paese di Maida (clicca qui per conoscere il borgo) e dell'esperienza tragicomica patita nel tentativo di cenare, degna di un canovaccio per una commedia.

    [...] Eravamo alloggiati, all'attenzione dell'abbigliamento, in una locanda posta sulla stessa spiaggia dove sbarcò il Re e ad un centinaio di passi dal fortino dove è seppellito Campana.

    Ma non eravamo ancora sistemati che ci accorgemmo che vi mancava tutto, anche i letti.

    Ci prepararono delle brande, ma nonostante tutte le ricerche che facemmo, non riusciamo a trovare le lenzuola pulite.

    L'esito fu, che come la sera precedente, fui obbligato a buttarmi sul letto completamente vestito.

    Non passò molto che diventa l'obiettivo di carovane di cimici così numerose che preferiivano cedere loro il posto e cerca di dormire sdraiato su due sedie. [...]

    [...] [...] Si ripete allora la storia delle lenzuola: in tutte le locande d'Italia le lenzuola costituiscono un problema, in particolare modo in Sicilia e in Calabria.

    Succede raramente che vi diano subito un paio di lenzuola pulite; quasi sempre cercano di scoprire la vostra religione con lenzuola poco pulite o con un lenzuolo pulito e un altro sporco; ogni sera ricomincia sempre la stessa lotta con le solite a tutte e la stessa ostinazione da parte dei locandieri e a mio parere avrebbero fatto meglio a farle lavare [...]

    [...] Cammin facendo discorrendo, la nostra guida ci parlò di un paese chiamato Vena che aveva mantenuto tradizioni straniere e una lingua che nessuno in Calabria capiva. [...]

    [...] Dopo tre ore di marcia nella montagna scorgemmo Maida.

    Era un mucchio di case, abbarbicate sulla montagna, che, come tutte le case calabresi, erano state intonacate in modo primitivo, con uno strato di gesso o di calce, ma che, per le ripetute scosse che avevano subito, hanno perso una parte dell'ornamento superficiale, quasi tutte le erano coperte di larghe macchie grigie che conferivano loro l'aria di aver avuto una malattia della pelle. [...]


    ITINERARIO DELCAPITOLO

    Pizzo

    Maida

    Vena (di Maida)

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  • Capitolo 5 - Pizzo
    Jun 15 2021

    [ACQUISTA E-BOOK] Dumas arrivato a Pizzo incorreggibile narratore di storie di uomini ed eroi, continua con la sua curiosità di storico-biografo prima ancora che di viaggiatore; Prima ancora di uno sguardo sulla località, si dilunga, probabilmente anche per sciovinismo, nell'approfondimento e nel racconto con dovizia di particolari, la storia di Gioacchino Murat, mitico e famoso personaggio francese che lì andò a morire.

    Tutto il capitolo in realtà non tratta di Pizzo né dei pizzitani, ma ruota attorno alla vicenda del Murat.

    The unici luoghi in cui si svolge la visita e quindi il racconto, sono quelli legati alla triste e mitica vicenda, al pari di scene teatrali: si comincia con la spiaggia dell'approdo-naufragio, la salita al castello, la piazza prospiciente, la stanza che ospitò il condannato e il cortile dove fu fucilato. [ACQUISTA E-BOOK]

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    1 hr and 8 mins
  • Capitolo 4 bis - Terenzio il sarto (estratto della storia)
    Jun 15 2021

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    Una sera a conclusione dell'abituale scenata lei afferrò un gomitolo di filo al quale erano appuntati degli spilli, lo scagliò contro il marito colpendolo ad un sopracciglio, e con una soddisfatta alzata di coda, s'andò a coricare.

    "Se il demonio mi liberasse da quest'arcissima, sarei disposto a dargli in cambio questo dio di calzoni che sto cuocendo per il parroco!"

    Mugugnò mastro Terenzio, esasperato e all'istante comparve un vecchio tutto vestito di nero che se la ridacchiava soddisfatto.


    «[...] Era una bella sera d'autunno, mastro Terenzio, sarto a Catanzaro aveva litigato con la signora Giuditta, sua moglie, a causa di un piatto di "maccarruni" che costei, da quindici anni che i coniugi erano sposati, si ostinava a preparare in un modo diverso da come mastro Terenzio li preferiva. 

    Da quindici anni tutte le sere, alla stessa ora, la lite si rinnovava per la stessa causa.

    Quella volta la lite era andata così lontano che, ritirandosi nella sua stanza, Giuditta aveva lanciato a mo' d'addio a suo marito un portaspilli ben guarnito ed il proiettile aveva colpito il povero sarto tra le due sopracciglia. 

    Ne era risultato un dolore immediato da portare l'esasperazione del povero uomo al punto da fargli esclamare "Oh! Quante cose darei al diavolo se mi sbarazzasse di te!", 

    "Eh! Che gli daresti, pezzo d'ubriaco?" esclamò la signora Giuditta, che aveva sentito, riaprendo la porta.

    "Gli darei" esclamò il povero sarto "questo paio di calzoni che faccio per don Girolamo, parroco di Simeri!", "Disgraziato!" rispose Giuditta "Faresti meglio a glorificare il nome del Signore che t'ha dato una donna paziente come me piuttosto che invocare il nome di Satana. [...]»

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  • Capitolo 4 - Terenzio il sarto
    Jun 15 2021

    [ACQUISTA E-BOOK] Terenzio è un sarto di Catanzaro che divenne mitico per essersi sbarazzato della moglie in una rocambolesca notte passata col diavolo.

    Ma andando per ordine, anche se il capitolo è intitolato al sarto, riporta altri aneddoti interessanti.

    Innanzitutto, il racconto, quasi un reportage, sulla vera conquista della Rocca di Scilla da parte dei Francesi, avvenuta 150 anni prima di Murat fino ad allora erroneamente ritenuto il primo conquistatore. 

    Poi l'atteggiamento guardingo nei confronti della popolazione calabrese: «[...] D'altrande è stato possibile passare da un tempo in mezzo ad una società equivoca per rischiare di essere presi alla sprovvista: eravamo armati sino ai denti e non abbandonavamo mai le armi; insieme al terrore che ispirava Milord (il cane) ci salvò probabilmente dai brutti incontri di cui sentivamo parlare ogni giorno. [...]»


    Infine, il curioso aneddoto del sarto Terenzio a cui Dumas dedica un racconto sceneggiato di 8 pagine.

    La storia è quella dei coniugi da normal dinamiche di coppia che arrivano allo scontro in cui lui, più mite, soccombe, fino ad augurarsi che il diavolo si porti via la moglie; cosa che avverrà in una notte simile alla sceneggiatura di un cartone animato disneyano. (a parte c'è anche l'estratto del racconto)


    LUOGHI e ITINERARIO

    Scilla - Bagnara (Calabra) - Palmi - Gioia (Tauro) - Rosarno - Mileto

    Monteleone (Vibo Valentia già Monteleone fino al 1861 e Monteleone di Calabria dal 1861 al 1928) [ACQUISTA E-BOOK]

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    59 mins