• Guerra dei Sei Giorni: Israele, Egitto e la svolta del Medio Oriente nel 1967
    Jun 18 2025

    Giugno 1967. In meno di una settimana, il Medio Oriente cambia volto. In appena sei giorni, Israele sconfigge Egitto, Siria e Giordania, conquista Gerusalemme Est, la Cisgiordania, Gaza, il Sinai e le Alture del Golan. Sei giorni che ribaltano la narrazione della forza araba, aprono ferite geopolitiche ancora oggi aperte, e rendono evidente al mondo la fragilità dell’equilibrio mediterraneo.


    In questo episodio di Puerto Seguro, torniamo su uno degli snodi più drammatici e simbolici della storia contemporanea del Medio Oriente: una guerra breve, ma dagli effetti lunghissimi. Perché la Guerra dei Sei Giorni non è solo un conflitto militare: è un trauma politico, una svolta strategica, una battuta d’arresto epocale per il panarabismo.


    È anche, inevitabilmente, una pagina cruciale nella parabola di Gamal Abdel Nasser. Il “faraone moderno” esce sconfitto, ma non definitivamente annientato. Anzi, nel suo discorso di dimissioni — poi ritirate in seguito all’ondata di sostegno popolare — rivela quanto la sua figura sia ormai legata al destino collettivo di milioni di arabi.


    Ma come si arriva a quella settimana di fuoco? Quali tensioni covavano da mesi, da anni, dietro i proclami, le esercitazioni militari, i movimenti di truppe lungo i confini? E perché l’intervento dell’URSS, il silenzio degli Stati Uniti e il calcolo strategico israeliano si intrecciano in un copione che sembrava già scritto?


    Per capirlo bisogna guardare oltre il campo di battaglia. La Guerra dei Sei Giorni è figlia del conflitto del ’56, del fallimento dell’unità arabo-siriana, delle promesse non mantenute del nazionalismo rivoluzionario, e della crescente polarizzazione tra blocchi. Ma è anche madre di occupazioni che durano ancora oggi, di nuovi attori radicali, di alleanze spostate, di disillusione e militarizzazione.


    Attraverso carte geografiche, archivi sonori e voci dal campo, ci addentriamo nei giorni in cui un’intera regione ha cambiato passo — o forse ha perso il passo. E ci chiediamo: fu davvero inevitabile? Oppure, come spesso accade nel Mediterraneo, sono state l’arroganza, la paura e la miopia a decidere le sorti?


    A guidarci in questo viaggio tra strategie, fronti e conseguenze ci sono:

    Alberto Bertini, consulente per i mercati esteri specializzato nel Mediterraneo allargato,

    Giacomo Casandrini, reporter e autore sul campo.


    Puerto Seguro è il podcast che ogni martedì esplora il Mediterraneo allargato tra storia, economia e geopolitica. Da Tel Aviv al Cairo, da Damasco ad Amman, la Guerra dei Sei Giorni continua a far tremare la terra sotto i nostri piedi.

    Ascolta l’episodio per scoprire come sei giorni possono valere sessant’anni di storia.

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    20 mins
  • L'EGITTO e Nasser: il faraone socialista che sfidò l'Occidente
    Jun 11 2025

    Chi era davvero Gamal Abdel Nasser? Un giovane ufficiale di origini modeste che, nel cuore del secolo breve, avrebbe trasformato l’Egitto da pedina coloniale a potenza regionale. Un uomo che ha incarnato le speranze, le contraddizioni e le ambizioni di un intero continente in cerca di riscatto. In questo episodio di Puerto Seguro, il nostro sguardo si posa su uno dei protagonisti assoluti della geopolitica mediterranea del secondo dopoguerra: il “faraone moderno” che osò sfidare l’Occidente e riscrivere gli equilibri del Medio Oriente.

    Nel 1952 Nasser guida con i Liberi Ufficiali il colpo di stato che abbatte la monarchia filo-britannica di re Faruq. Da lì inizia un’ascesa vertiginosa che culmina nel 1956 con la nazionalizzazione del Canale di Suez: un atto di forza e simbolo di liberazione anticoloniale, che scuote Londra, Parigi e costringe persino Washington a ridefinire le proprie alleanze. .

    Attraverso la sua storia, si rivela molto più che la vicenda di un singolo leader: Nasser è la lente attraverso cui leggere la decolonizzazione, l’emergere del nazionalismo arabo, la nuova centralità strategica del Mediterraneo, e le fratture che ancora oggi attraversano il Nord Africa e il Medio Oriente. Il suo lascito, controverso e potente, arriva fino a noi: lo si ritrova nelle piazze del Cairo, nei discorsi dei leader contemporanei, nelle nostalgie e nelle paure di una regione mai del tutto pacificata.

    A guidarci in questo viaggio tra propaganda, riforme, guerre e ambizioni imperiali ci sono:
    Alberto Bertini, consulente per i mercati esteri specializzato nel Mediterraneo allargato,
    Giacomo Casandrini, reporter e autore sul campo.

    Puerto Seguro è il podcast che ogni martedì attraversa la storia, l’economia e la politica di una delle regioni più contese e strategiche del mondo. Per capire come passato e presente si intrecciano tra le rive del Mediterraneo, da Il Cairo a Marsiglia, da Istanbul a Tripoli.

    Ascolta l’episodio per scoprire come un colonnello con un sogno è diventato simbolo di emancipazione e, al tempo stesso, prigioniero della sua stessa grandezza.

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    24 mins
  • Gli EMIRATI e la nuova mappa del potere
    Jun 3 2025

    Nel silenzio ovattato del deserto, gli Emirati Arabi Uniti stanno tracciando nuove rotte di influenza. Con meno di 10 milioni di abitanti e una posizione strategica tra Golfo, Africa e Mediterraneo, Abu Dhabi e Dubai si muovono come attori globali: investono, negoziano, firmano accordi e costruiscono basi.

    In questo episodio esploriamo la parabola di una potenza media che gioca da grande: dai porti africani alla Libia, dagli Accordi di Abramo alla concorrenza con Arabia Saudita e Turchia. Qual è la visione emiratina per il Mediterraneo allargato? E cosa ci dice della nuova geopolitica post-occidentale?

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    27 mins
  • ARABIA SAUDITA: potere, visione e seduzione globale
    May 27 2025

    Cosa hanno in comune Cristiano Ronaldo, il Red Sea Film Festival e le borse di studio islamiche distribuite in Africa? Sono tutti strumenti del nuovo soft power dell'Arabia Saudita
    In questo episodio di Puerto Seguro esploriamo come Mohammed bin Salman stia riscrivendo le regole dell’influenza globale: dallo sport al turismo religioso, dalla cultura all’economia, l’Arabia Saudita investe miliardi per costruire una nuova immagine di sé e conquistare spazio nel Mediterraneo allargato.
    Parliamo di numeri, strategie e opportunità per l’Italia in uno scenario che va ben oltre il petrolio.

    Con Alberto Bertini, Giacomo Cecchin e Giacomo Casandrini.


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    28 mins
  • L’omicidio che cambiò l'Egitto e il Medio Oriente: Sadat
    May 20 2025

    6 ottobre 1981. In diretta televisiva, durante una parata militare, il presidente egiziano Anwar Sadat viene assassinato da un commando interno all’esercito. Bastano pochi secondi, pochi colpi, per riscrivere la storia del Medio Oriente. Ma chi ha davvero ucciso Sadat? E perché?

    In questo episodio di Puerto Seguro, esploriamo l’omicidio politico più simbolico del mondo arabo nel XX secolo. Un’esecuzione pubblica, trasmessa in mondovisione, che non è solo la fine di un uomo, ma la fine di una visione.

    Sadat aveva osato troppo.
    Aveva osato firmare la pace con Israele.
    Aveva osato rompere il fronte arabo.
    Aveva osato trasformare l’Egitto da nemico a interlocutore dell’Occidente.

    Il suo assassinio non fu solo un atto terroristico. Fu un giudizio storico espresso a fuoco e sangue, una condanna contro chi aveva deciso di camminare in direzione ostinata e contraria. Ma chi erano i veri mandanti di quell’omicidio? Solo i jihadisti interni all’esercito o anche una parte del mondo arabo che non accettò mai la pace con Israele?

    Oggi il nome di Sadat divide ancora.
    In Egitto, è celebrato con monumenti e strade intitolate. Ma resta un personaggio scomodo, difficile da inquadrare. La pace con Israele regge tuttora, ma al prezzo di decenni di ambiguità, normalizzazione incompiuta e tensione interna.

    Sadat è stato il precursore di quella che oggi chiamiamo "normalizzazione araba": dagli Accordi di Abramo tra Israele ed Emirati, alla diplomazia silenziosa tra Tel Aviv e Riyadh. Ma nel suo tempo, fu l’unico a uscire dal coro, e lo pagò con la vita.In questo episodio di Puerto Seguro ti accompagniamo dentro una delle svolte più drammatiche e meno comprese della storia moderna del Medio Oriente. Tra Islam politico, intelligence egiziana, giochi di potere e soft power israeliano, riascoltiamo l’eco di un omicidio che non fu solo personale, ma geopolitico.

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    24 mins
  • Algeria: il gigante immobile del Nord Africa
    May 13 2025

    L’Algeria è uno dei paesi più strategici del Mediterraneo allargato: terzo fornitore di gas all’Europa, potenza militare regionale, crocevia tra Maghreb, Sahel e UE. Eppure, resta paralizzata da una macchina statale che teme più il cambiamento che il declino.

    In questa puntata di Puerto Seguro esploriamo il paradosso algerino:
    - un’economia fossilizzata sugli idrocarburi
    - una società giovane ma molto disillusa
    - un’élite militare che blocca ogni riforma
    - una diplomazia silenziosa ma onnipresente, tra Russia, Cina, Italia e Francia

    Dalla repressione del movimento Hirak al ruolo cruciale di ENI, dalle tensioni con la minoranza berbera alla crisi dell’identità nazionale, raccontiamo un paese che potrebbe guidare il Maghreb… ma resta inchiodato al passato.

    Un episodio per capire dove si gioca davvero il futuro del Nord Africa e dell'Algeria.


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    23 mins
  • Il vino è una questione di potere
    May 6 2025

    Il vino è prima di tutto una questione di potere.

    In questo episodio di Puerto Seguro ci muoviamo insieme in un viaggio che parla di vino, di competizione, di posizionamento, di potere e di culture lontane.

    Puerto Seguro lo racconta con le voci di:
    Alberto Bertini, consulente export;
    Giacomo Casandrini, reporter e documentarista;
    Giacomo Cecchin, esperto di comunicazione e divulgatore.

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    21 mins
  • Turchia senza freni: tra repressione, ambizioni e nuove crepe geopolitiche
    Apr 29 2025

    C'è una Turchia che non si ferma più: un Paese che stringe i pugni all'interno e allarga le mani all'esterno.
    Dopo oltre vent'anni di potere, Recep Tayyip Erdoğan guida una Turchia instabile ma ambiziosa: un attore che si muove su più tavoli — dalla NATO ai BRICS, dall’Europa all’Africa — senza accettare più regole altrui.

    In questo episodio entriamo nel cuore delle contraddizioni turche:

    • repressione politica interna e rischio destabilizzazione,

    • crescita economica spinta e bolle di rischio,

    • diplomazia aggressiva nel Mediterraneo, nel Caucaso, nel Golfo.

    Opportunità o minaccia?
    La Turchia può essere partner o competitor. Dipende da chi saprà leggerla in tempo.

    Noi proviamo a farlo.
    Con uno sguardo strategico, senza pregiudizi. Perché capire Ankara oggi significa capire parte del futuro di tutta l'area euro-mediterranea.

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    25 mins